Omicidio all’Italiana: Recensione del film di Maccio Capatonda
Dopo il successo di Italiano medio, un film che in fin dei conti altro non era che una sintesi di tutti i lavori realizzati nel corso degli anni, Maccio Capatonda ci riprova ancora superando se stesso e rinunciando alla tentazione di realizzare una nuova sintesi di suoi lavori in un unico film.
Omicidio all’italiana è quello che forse sarebbe veramente il primo vero e autentico film di Marcello Macchia, vero nome di Maccio Capatonda, un lavoro che utilizza i codici degli stroytelling dei gialli e dei thriller applicandoli al linguaggio della comicità al limite del grottesco, quest’ultima infatti è orientata su due direzioni: l’aspetto meta-cinematografico e la satira sociale.
La trama del Film
La storia è ambientata ad Acitrullo (nome di fantasia di un piccolissimo paese abruzzese) dove per contrastare lo spopolamento e rendere famoso il paese il sindaco Piero Peluria inscena l’omicidio di una signora anziana, in realtà già morta per cause accidentali. Il piano riesce e il paese viene inondato da giornalisti e troupe televisive, nonché di turisti che accorrono per farsi fotografare nei luoghi della supposta tragedia, acquistare souvenir a tema e visitare il paese dov’è avvenuto il presunto delitto.
Commento al film di Maccio Capatonda
Il film vede, oltre a Maccio Capatonda, la presenza nel cast di Herbert Ballerina e Ivo Avido, storici collaboratori del regista, inoltre c’è la presenza di Sabrina Ferilli, Nino Frassica e Fabrizio Biggio (de I soliti idioti).
Un film ben riuscito, tranne qualche sbavatura dove si nota perfettamente la presenza degli stuntmen, che combinando il genere thriller con quello comico ha dato vita ad un film dal finale davvero imprevedibile.