Paolo VI è santo, il papa del concilio
L’attesa è finita. Papa Paolo VI è stato canonizzato proprio stamattina da Papa Francesco in una Piazza San Pietro colma di persone. Con lui anche altri sei nuovi santi tra cui: Óscar Arnulfo Romero Galdámez, Arcivescovo di San Salvador, Martire; Francesco Spinelli, Sacerdote diocesano, Fondatore dell’Istituto delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento; Vincenzo Romano Sacerdote diocesano; Maria Caterina Kasper, Vergine, Fondatrice dell’Istituto delle Povere Ancelle di Gesù Cristo; Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù, Vergine, Fondatrice della Congregazione delle Suore Misioneras Cruzadas de la Iglesia; Nunzio Sulprizio, laico.
La canonizzazione
La Canonizzazione è l’atto liturgico e giuridico, riservato al Romano Pontefice, con il quale la Chiesa dichiara ufficialmente Santo un soggetto che in precedenza aveva già ottenuto il culto locale con il titolo di Beato, estendendo il suo culto alla Chiesa universale. La maggior parte delle Canonizzazioni ha luogo in Vaticano, ma il rito può avvenire anche in altri luoghi. Condizione necessaria è la presenza del Papa; infatti, a differenza della Beatificazione, la Canonizzazione, avendo carattere universale, può essere presieduta solo dal Sommo Pontefice. E così è avvenuto stamani per Papa Paolo VI e per gli altri nuovi santi, proclamati in Piazza San Pietro. Una delle figure importanti per la canonizzazione è quella del “postulatore”. Quest’ultimo è quella persona che riceve l’incarico per condurre e seguire lo svolgimento della causa di beatificazione/canonizzazione. Don Angelo Maffeis postulatore della causa di Paolo VI ha così dichiarato: “Paolo VI era convinto di dover dare una direzione ai lavori conciliari, ma il suo magistero si è sviluppato in dialogo con il corpo episcopale, riunito nel Concilio e poi sparso nel mondo”.
I miracoli
La canonizzazione dei due beati, era nell’aria. Ma la cosa che più affascina ed emoziona è proprio il fatto che in entrambi i casi, si tratta di miracolo riguardante la vita nascente. Il 26 ottobre 2017 infatti, la consulta medica della congregazione per le cose dei santi, aveva votato a favore di due miracoli attribuiti ai due beati. Il primo riguarda il caso di una gravidanza sottoposta ad un grande rischio e poi terminata con il parto e la nascita del neonato senza alcun pericolo per la madre e la bambina, attribuita a Paolo VI. Il secondo caso invece riguarda una partoriente in pericolo di morte, la quale dopo l’intercessione di mons. Romero, tutto si è concluso nel migliore dei modi, salvi madre e bambino.