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Siria News: cosa è successo stanotte?

 

Ore 3:00 italiane (21:00 Usa). Dalla casa bianca il presidente Trump dichiara l’iniziativa di un attacco mediante l’uso delle armi in Siria: «Ho ordinato all’esercito degli Stati Uniti di lanciare attacchi di precisione contro obiettivi associati al potenziale di armi chimiche del dittatore siriano Bashar Al Assad – sottolineando che non si è trattato del lavoro di un uomo ma del – crimine commesso da un mostro». L’operazione si è svolta congiuntamente al supporto di Francia e Gran Bretagna, legame confermato dai rispettivi premier Emmanuel Macron e Theresa May.

Le immagini di questa notte provenienti da Duma e Damasco mostrano un cielo illuminato dalle traiettorie dei missili, la maggior parte dei quali sono stati intercettati dalle difese militari siriane. Il dipartimento della difesa Usa parla di 100 missili Tomahawk partiti da tre diversi bastioni tattici: due navi della marina Usa nel Mar Rosso, alcuni aerei sul Mediterraneo e bombardieri B-B1 nei pressi di Al-Tanf.

Il generale americano Joseph F. Dunford ha confermato che i bombardamenti hanno colpito comunque tre obiettivi: un centro di ricerca vicino Damasco, un magazzino di armi chimiche a ovest di Homs e una postazione di comando dell’esercito siriano. Dunford ha poi giustificato l’attacco, sostenendo la necessità di interrompere – per un tempo il più lungo possibile – la ricerca, lo sviluppo e l’implementazione di armi chimiche.

In questa notte di terrore a Damasco, i siriani sono scesi nelle piazze sventolando bandiere russe e iraniane in segno di vittoria; “Siamo i tuoi uomini Bashar!” inneggiavano per le strade. Durante i bombardamenti l’esercito russo, maggior alleato di Assad, non ha potuto reagire militarmente, nella misura in cui i missili hanno sorvolato i cieli al di fuori della c.d. zona di responsabilità di competenza della difesa russa. Ciò non ha impedito al presidente Putin di condannare duramente l’accaduto e ha quindi ricC_2_articolo_3134097_upiImagepphiesto un meeting d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU. «L’utilizzo orchestrato di sostanze velenose contro i civili è stato sfruttato come un falso pretesto per attaccare con i missili» ha affermato lo zar.

In difesa del governo di Damasco sono intervenuti sia l’ambasciatore russo negli Usa Anatoly Antonov, il quale ha minacciato che «Tali azioni non saranno ignorate senza conseguenze – e che – tutte le responsabilità rimangono attribuite a Washington, Londra e Parigi» sia l’ayatollah iraniano Khamenei che ha definito «Trump, Maron e May criminali».

In Europa Macron vuole evitare allarmismi umanitari, sottolineando che le operazioni si sono limitate alle strutture di produzione delle armi siriane; la May ha definito le rappresaglie del suo esercito «legali e giuste» mentre gli altri paesi dell’Unione si sono limitati ad affiancare tali posizioni o a tacere neutralmente, tra quest’ultimi l’Italia con Gentiloni che ha affermato di aver offerto “nient’altro che supporto logistico”.

Nelle ultime ore si discute ancora sull’effettiva legittimità di questa operazione militare. Secondo fonti interne al governo Usa lo scorso giovedì il segretario della difesa James Mattis si sia recato alla Casa Bianca per dissuadere il presidente a compiere un attacco che non avrebbe fondamenti certi e ha quindi invitato le forze in campo a mettere più prove concrete sul tavolo. Il pentagono ha poi confermato, in queste ultime ore, la richiesta di prove convincenti da parte del governo.

Inoltre in un articolo del Washington Post viene affermato che «L’assalto di stanotte è avvenuto nonostante la scarsezza di una prova definitiva e indipendente, che armi chimiche siano state usate o che qualcuno le abbia dispiegate sul campo»
Da oggi a cercare di far luce sulla questione delle armi chimiche ci penserà l’Opac – l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche – convocati a Duma su richiesta della Russia.

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