Venerdì 13, leggende e superstizioni: perché è un giorno sfortunato?
Il perché Venerdì 13 è considerato un giorno sfortunato nelle varie culture del mondo
Che siate superstiziosi o no, la cattiva sorte o la fortuna avversa sono da sempre motivo di credenze popolari legate a questa data. Seppur non ci sia dietro nulla di razionale, sono diverse le leggende metropolitane che ruotano attorno al venerdì.
Giorno sfortunato per antonomasia, di derivazione cristiana poiché risale alla crocifissione di Gesù, nella cultura anglosassone è associato al numero 13, che corrisponde ai partecipanti dell’Ultima Cena, con la conseguente abitudine di evitare di sedersi a tavola in tredici persone. Tra le altre teorie legate a questa cifra, l’associazione sin da tempi antichi che ne viene fatta nella Cabala, riguardo alla morte.
Nella tradizione greco-ispanica, invece, la nomea di data sventurata è attribuita al venerdì 17, poiché anagrammando XVII in numeri romani si ottiene VIXI, che in latino significa “vissi”, dunque “sono morto”. Inoltre, nel primo capitolo della Genesi all’interno della Bibbia, è scritto che il Diluvio Universale ebbe inizio il 17esimo giorno del secondo mese nell’anno seicentesimo della vita di Noè e, sempre di venerdì, avvenne il Peccato Originale con Eva che tentò Adamo nel giardino dell’Eden.
Una cattiva fama che genera tutt’oggi la fobia di diversi superstiziosi, che vivono con ansia questa giornata al punto da non uscire di casa, molti ci ridono sù ed ironizzano con sarcasmo, mentre altri ancora ne approfittano spudoratamente. Secondo una ricerca condotta dall’Airlines Reporting Corporation, le compagnie aeree registrano puntualmente un calo di prenotazioni per venerdì 13, nonostante il quinto giorno della settimana sia solitamente preso di mira dai viaggiatori, intenti a trascorre un weekend di evasione in diverse località turistiche. La buona notizia, dunque, è che si vola a prezzi scontati e questo, in tempi di crisi economica non è certo sinonimo di sfortuna.