Cronaca

Colau e Puigdemont parlano del Referendum in Catalogna

Numerose dichiarazioni dei protagonisti della giornata di tensione di oggi. Esponenti del governo della Catalogna e del governo di Madrid hanno affidato a Twitter e alla stampa il proprio pensiero. Il Presidente Puigemont, dopo le dichariazioni a caldo al seggio elettorale, ha rilasciato un’intervista istituzionale a TV3, la televisione catalana. “Violenza irresponsabile da parte della polizia di Madrid, noi volevamo solo votare in maniera pacifica – le parole di Puigdemont – Una vergogna che resterà sempre nella nostra memoria”. 

Dialogo indiretto anche con il Presidente Rajoy ieri in un’intervista a Mediaset: “Riconosca che la questione non si risolve inviando migliaia di agenti di polizia, con i giudici, con la guerra sociale”. E ancora: “La soluzione deve essere politica e, se vuole che sia politica, sono disposto a farlo già dalla notte del primo ottobre, qualunque sia il risultato del referendum. Ma torno ad insistere: parliamo, dialoghiamo”.

Referendum, segnali di dialogo e di chiusura da Madrid

Proprio negli ultimi giorni da Madrid stavano arrivando segnali, seppur deboli, di dialogo. Se Barcellona avesse rinunciato al voto, si sarebbe aperto un tavolo per un maggior federalismo. Dato che ciò non è successo, i vertici di Madrid nelle ultime ore stanno addirittura valutando di sospendere lo status autonomo al governo catalano.

Posizione più radicale della sindaca Colau, dopo aver apostrofato Rajoy come codardo sia su Twitter che dal vivo, ora ne chiede le dimissioni: “Deve fermare le azioni di polizia contro la popolazione pacifica. Oggi, in Catalogna e nello stato, tutti dovrebbero richiedere

Intanto la Fiscalia spagnola valuta di intraprendere azioni disciplinari contro il corpo dei Mossos d’Escuadra per aver disobbedito agli ordini della procura. I poliziotti catalani, che dalla settimana scorsa sono stati posti sotto il comando di Madrid, stanno favorendo le operazioni di voto mettendo in difficoltà la procura costretta alla violenza. Silenzio da parte delle istituzioni centrali; ma da una settimana ogni impegno istituzionale del premier Rajoy e del Re Felipe è stato annullato.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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