Tecnologia

Facebook si divide e si lancia su un progetto sulla Blockchain

In questa settimana, Facebook ha eseguito la sua riorganizzazione dei poteri direzionali e dei settori esecutivi, scatenando una rivoluzione radicale. Nei suoi 15 anni di storia, la società di Menlo Park ha già subito dei cambiamenti nella sua gestione, ma non ha mai affrontato un colpo tanto duro quanto lo scandalo Cambridge Analytica, che ha quindi indotto Mark Zuckerberg a rimpastare il suo organico.

Martedì, il CEO di Facebook ha perciò rivelato che ha effettivamente fondato 3 partizioni della sua azienda, allo scopo di migliorare il suo utilizzo e la sua privacy, e ha parallelamente costruito 3 team della sua compagnia, che comprendono gli stessi nomi di sempre, seppure non negli stessi ruoli di prima.

Il GRUPPO 1, “Famiglia di app”, si occuperà dei 4 social network, Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp, che avranno una copertura combinata di 5 miliardi di utenti mensili. Il GRUPPO 2, “Nuove piattaforme e infrastrutture”, si dedicherà allo sviluppo di VR, AR e AI, oltre che a un esperimento con il database di transazioni. Il GRUPPO 3, “Servizi centrali dei prodotti”, si interesserà delle funzionalità condivise, come sicurezza, pubblicità e crescita.

Instagram

Incuriosisce soprattutto il progetto sulla Blockchain, un argomento caro a Mark Zuckerberg, su cui in un post del 4 gennaio 2018 ha dichiarato: “Una delle domande più interessanti della tecnologia in questo momento riguarda la centralizzazione rispetto al decentramento. La criptovaluta e la crittografia prendono il potere dai sistemi centralizzati e li rimettono nelle mani delle persone. Desidero approfondire e studiare gli aspetti positivi e negativi di questi strumenti e il modo migliore di usarli nei nostri servizi.”.

Per questo motivo, la società di Menlo Park si è aperta a un esperimento con il database di transazioni, nonostante finora il CEO di Facebook avesse addirittura bandito gli Ads relativi alle criptovalute e alle ICO, alla stregua di altre aziende come Twitter. Ora, la società di Menlo Park si è ricreduta, secondo le affermazioni di Rob Leathern, un direttore della politica pubblicitaria della compagnia.

Così, David Marcus, in passato capo di Messenger e al momento dirigente del progetto sulla Blockchain, ha detto: “Dopo quasi quattro anni incredibilmente gratificanti in testa a Messenger, ho deciso che era giunto il momento per me di affrontare una nuova sfida: sto creando un piccolo gruppo per esplorare come sfruttare al meglio la Blockchain su Facebook, partendo da zero.”.

Perché David Marcus? Perché fino al 2014 era presidente di PayPal Holdings (PYPL) e da 6 mesi fa parte del consiglio di amministrazione di Coinbase, una piattaforma di exchange per lo scambio di criptovalute, che offre la possibilità di comprare e vendere le valute digitali, quali Bitcoin, Ether e Litecoin. Ciò lo qualifica come altamente competente in materia di pagamenti online.

Perché la Blockchain? Perché…precisamente non si sa ancora la ragione. Ovviamente ci sono delle ipotesi.

Anzitutto, il database di transazioni garantirebbe a Facebook una maggiore protezione dei dati personali dei suoi clienti sulla sua piattaforma, secondo le asserzioni di Gaurang Torvekar, il CEO di Indorse: “Mentre ci sono altre alternative più economiche e veloci per proteggere la privacy degli utenti, Blockchain consente agli utenti di controllare i loro dati end-to-end. Questo potrebbe essere un caso interessante per Facebook, considerando il recente scandalo di Cambridge Analytica.”.

Inoltre, alcuni analisti hanno supposto che la società di Menlo Park lavorerà al progetto sulla Blockchain perché ritiene che sia una buona opportunità per realizzare la propria criptovaluta e/o tecnologia di pagamenti online, sulla scia di Tencent Holdings e Alibaba Group Holding (BABA), che in Cina hanno conquistato una quota dominante del mercato del portafoglio digitale integrando i propri servizi di pagamento nelle loro popolari app di messaggistica.

Potenzialmente, Facebook potrebbe percorrere una strada simile e tentare di diventare la preferita tra le varie opzioni di pagamento online per i suoi 2 miliardi di utenti, ma per conoscere la verità dovremo aspettare ulteriori aggiornamenti.

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