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Mafia, blitz a Palermo: 28 arresti e sequestri per milioni di Euro

L’Operazione Delirio della Guardia di Finanza di Palermo ha portato all’arresto di 28 persone, tra cui un noto penalista. Quattro ai domiciliari e 24 in carcere. Per altri 19 indagati è stato disposto il divieto di dimora.
All’alba di questa mattina, è scattata l'”Operazione Delirio” condotta dagli uomini del Nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza per eseguire, sotto il coordinamento della Dda, il provvedimento emesso dal gip del tribunale di Palermo.  L’indagine è stata coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Siro De Flammineis. 


Mafia, blitz a Palermo: arrestato Giuseppe Corona

Giuseppe Corona lavorava come cassiere della Caffetteria Aurora, sequestrata nel corso del blitz. Sedici anni in carcere per omicidio, quello di Giuseppe Corona è il nome principale dell’inchiesta. Boss emergente nei nuovi assetti di Cosa nostra dopo la morte di Totò Riina, era considerato il tesoriere di Cosa Nostra. Secondo quanto emerso dalle indagini, era lui a gestire gli investimenti in negozi, bar e tabaccherie per conto delle famiglie mafiose con la complicità di insospettabili prestanome. Di lui il capomafia Gregorio Palazzotto diceva “è mio fratello”. Per i pm: “I bar, insieme a diverse tabaccherie, sarebbero state enormi lavatrici di denaro sporco accumulato col traffico degli stupefacenti.” Nel riciclaggio, Corona era considerato il punto di riferimento per diversi clan mafiosi.

Mafia, blitz a Palermo: attività imprenditoriali strumento di riciclaggio

“L’aspetto più rilevante di questa inchiesta è certamente quello legato alle attività imprenditoriali e commerciali sequestrate, perché strumento di riciclaggio che si prestava a gestire e ripulire il denaro proveniente dalle casse di diversi mandamenti mafiosi e il proprio attraverso un sistema di riciclaggio e autoriciclaggio che passava per attività commerciali e imprenditoriali. Colpendo i patrimoni ed eliminando le risorse finanziarie, i mafiosi si trovano in difficoltà sia nel riorganizzare i traffici che nel finanziare la struttura”, ha spiegato il procuratore Lo Voi.
Tra gli altri insospettabili, nel mirino dell’inchiesta, l’avvocato Nino Riccobono, finito ai domiciliari, e l’imprenditore Giuseppe Tarantino, gestore del Bar Alba di Mondello.

 

 

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