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ZAD in Francia: cos’è e quali sono gli scenari futuri

Le maggiori testate italiane danno notizia delle dicusse riforme della SNCF e del sistema di accesso alle università per l’introduzione del numero chiuso del Governo Macron, trascurando però una ulteriore sfida che la politica francese sta affrontando o meglio negoziando: la ZAD di Notre Dame Des Landes e la sua imperitura occupazione.

Notre Dame Des Landes si trova a pochi km da Nantes, nella regione dei Paesi della Loira e questo territorio venne scelto nel 1963 per ospitare il grande progetto aeroportuale Grand Ouest, ossia un aeroporto secondario e distaccato rispetto a quello internazionale di Nantes-Atlantique. Grazie al nuovo aeroporto, si sarebbero ridotti attività e flussi concentrati in quello internazionale e stando alle dichiarazioni delle autorità francesi, si sarebbe ulteriormente sviluppato il Nord Ovest francese. Dal 1973 al 1979 il progetto venne interrotto per poi essere rilanciato nel 2000, ma già negli anni ’70 si alzarono voci contrarie. Il progetto si scontra infatti con gli interessi dei contadini della zona che non vogliono lasciare nè vendere le loro terre, sostenuti da una serie di associazioni e comitati che sono nati negli ultimi anni. Ad esempio, nel 2000 venne creata l’ACIPA (Associazione cittadina intercomunale in difesa delle popolazioni interessate dal progetto) e nel 2008 il gruppo “Habitants qui Resistent” che lancia la proposta di occupazione del territorio, proposta che viene accolta anche dagli ecologisti.

Ad oggi, la minaccia dell’aeroporto si può dire scongiurata dato che il 17 Gennaio scorso il governo Macron, tramite il Primo Ministro Edouard Philippe, ha dichiarato di aver rinunciato al progetto. Tuttavia la ZAD di Notre Dame Des Landes rimane una Zona Da Difendere perché nel corso degli anni le famiglie contadine e coloro che vi si sono insediati hanno occupato terre e fattorie abbandonate sviluppando l’idea di un progetto alternativo e lontano dalla speculazione edilizia. Il nuovo progetto consisterebbe in una Comune ecologista e anti-capitalista basata su progetti agricoli autogestiti e su un’etica bio.

Nelle ultime settimane molti sono stati gli interventi della Gendarmerie (in realtà si tratta di interventi che si ripetono ogni anno, il caso più eclatante è stata l’operazione Cesar nel 2012), molti gli appelli delle autorità francesi per convincere gli occupanti ad evacuare la zona e molte le manifestazioni di protesta. Il 15 Aprile scorso sul sito zad.nadir.org si parlava di una grande flusso di gente verso la zona occupata, dalle 15.000 alle 20.000 persone, sopraggiunta per partecipare alla manifestazione, nonostante gli sbarramenti e i controlli eseguiti dalla polizia all’uscita della tangenziale.

Il 18 Aprile scorso c’è stato invece un incontro, meglio un tentativo di negoziato, tra la delegazione degli oppositori al progetto dell’aeroporto e dei rappresentanti della ZAD e le autorità politiche. All’incontro era presente il prefetto della regione Pays De La Loire, Nicole Klein, che in altre occasioni si era mostrata disponibile a regolarizzare la presenza degli Zadisti e ad accogliere e valutare progetti alternativi individuali o collettivi, purché venissero prima forniti certi dati, e il Ministro della transizione ecologica Nicolas Hulot, che ha invitato gli occupanti a “non confondere l’ecologia con l’anarchia”. Fino a pochi giorni fa sembrava dunque che la fine delle tensioni fosse ancora piuttosto lontana. Tuttavia, meno di 24 ore fa, la delegazione zadista ha dichiarato alla stampa di aver depositato in prefettura 40 progetti agricoli nominativi, inaugurando quindi un percorso di più aperto dialogo con il governo e la fine delle ostilità.

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