Cronaca

Omicidio di Garlasco, Condanna Alberto Stasi confermata

Alberto Stasi dovrà scontare 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi, meglio noto come delitto di Garlasco. La Cassazione si è espressa in merito e ha confermato la condanna, ritenendo inammissibile il ricorso presentato dai legali dell’omicida.

Omicidio Chiara Poggi: dinamiche dell’assassinio e processo

13 agosto 2007, siamo a Garlasco, in provincia di Pavia. In una villetta viene ritrovata una ragazza morta, distesa in un lago di sangue. Chiara Poggi aveva solo 26 anni ed una studentessa di economia. In casa non c’era nessuno e il cadavere è stato ritrovato la mattina dal suo fidanzato, anche lui un ragazzo, ex studente di economia. I fatti sono fin troppo conosciuti: questo è l’omicidio di Garlasco, uno dei delitti più chiacchierati degli ultimi dieci anni in Italia. La vittima è Chiara Poggi, il suo fidanzato, nonché unico indagato per il delitto, è Alberto Stasi.

L’ultima fase della vicenda processuale risaliva al maggio scorso: la difesa di Stasi aveva chiesto una revoca della precedente sentenza di condanna a 16 anni. Il motivo della richiesta era un errore di fatto: pareva che nel processo passato non si fosse data voce ad alcuni testimoni. Secondo la difesa, perciò, il quadro totale della situazione presentato ai giudici dell’epoca era mancante di qualche tassello e per questo motivo si era arrivati a una soluzione ingiusta e affrettata. Con questa revoca la difesa puntava ad annullare la sentenza, ottenendo un rinvio. Come conseguenza immediata è stata sospesa la reclusione di Alberto Stasi, che sarà perciò in libertà fino alla decisione finale, che è arrivata oggi.

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Omicidio Chiara Poggi: la decisione della Cassazione

Ebbene sull’omicidio di Garlasco la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della difesa, confermando la precedente sentenza di condanna a 16 anni per Alberto Stasi. La pronuncia della Corte di Cassazione su Alberto Stasi “conferma come la sentenza di condanna sia stata emessa all’esito di un giusto processo, grazie alle prove schiaccianti faticosamente acquisite dalla Corte di Assise di Appello di Milano. È quanto si legge in una nota dei legali della famiglia di Chiara Poggi, ovvero Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna. Che sia davvero la parola fine per uno dei processi più intricati d’Italia?

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Modestino Picariello

Scrivo per lavoro, informo per dovere, sono chiaro per talento.
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