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Trump chiede pena di morte per attentatore di New York

Nella serata di ieri, dopo appena 24 ore dall’attentato di New York Trump stupisce nuovamente il mondo con un tweet. Parole comprensibili, certo, dopo gli eventi che hanno sconvolto nuovamente l’America; ma dure, che a detta di molti strumentalizzano la politica da adottare in casi come questo. Parole scaturite dall’atteggiamento trionfio di Sayfullo Saipov in ospedale, davanti a quella che è stata una richiesta che ha dell’inverosimile. In particolare, il tweet postato ieri così riporta: “Il terrorista di New York era felice quando ha chiesto di appendere la bandiera dell’Isis nella sua stanza di ospedale. Ha ucciso 8 persone e ne ha ferito gravemente 12. Merita la pena di morte.

New York dopo la strage di Halloween

Ci sono diversi amici in America. Quattro di loro vivono a New York. Raccontano di una pista ciclabile solitaria e surreale, lungo il fiume Hudson, sbarrata ancora dal nastro giallo della NYPD. La gente oltrepassa la zona rapida, “in punta di piedi”. Di nuovo, dopo ben 16 anni esiste un angolo di New York dove il trambusto della metropoli, il viavai di turisti e newyorkesi si annulla. Resta solo il ricordo di una tragedia, resta solo il ricordo di diverse vite spezzate.

L’attentatore di New York, Sayfullo Saipov, è già stato dimesso dal Bellevue Hospital, a New York, dove ha avanzato l’ assurda richiesta di poter esporre la bandiera del gruppo islamico. Ha superato positivamente l’operazione chirurgica all’addome; anche se per raggiungere il tribunale è comparso in aula, davanti alla Corte su una sedia a rotelle e ammanettato.Eppure, lui vivrà. Al contrario delle otto vittime che si è lasciato dietro, su quella pista ciclabile.

In aula gli sono state formalizzate le accuse: terrorismo, strage, aiuto materiale all’Isis. Ma Saipov non è pentito, no. Stando anzi alla Cbs, avrebbe anche dichiarato in merito “Avrei voluto continuare a uccidere“. E, a riprova di questo non ha richiesto la cauzione, quindi finirà in cella. Ma ai procuratori ha detto di esser contento. Sapeva che il giorno di Halloween le strade sarebbero state più affollate. Aveva pianificato tutto.

Trump contro Saipov: uno scontro destinato a durare nel tempo

Trump, anche nel corso della giornata odierna è stato implacabile; dal suo twitter i “cinguettii” si sono trasformati in una vera e propria invettiva contro il terrorismo, la diversity visa (la lotteria che permette la vincita della green card) e non solo. Il Presidente degli Stati Uniti ancora una volta usa toni forti tuonando dai social network. Definisce Saipov un “animale“. E che si possa empatizzare o meno con la sua rabbia, sicuramente identica e viva più che mai nel cuore di molti americani questo non può bastare.

Come in molti hanno anche commentato in merito, infatti non si può pensare di far politica attraverso un canale come Twitter. Il rischio di strumentalizzare in maniera effimera la tragedia, politicizzandola, è dietro l’angolo e sminuisce l’autorità stessa di un governo e il valore da tributarne. Ricordiamo che proprio ieri Trump avesse aspramente criticato, per l’appunto il diversity visa emesso dal dipartimento di stato.

Il Presidente degli Stati Uniti ha accusato i democratici di avere promosso una lotteria di Green Card grazie alla quale Saipov sarebbe riuscito ad introdursi in America e compiere l’attentato. Trump, attualmente sta premendo sul Congresso affinché si metta fine a un programma grazie al quale, ogni anno, milioni di persone da angolo del globo vi partecipano, con il sogno di vivere stabilmente negli States.

Saipov avrebbe noleggiato il 22 ottobre un pickup uguale a quello dell’attentato con lo scopo di esercitarsi.

Gli aggiornamenti sull’attentato di New York

La storia di quello che, a buon diritto è il nuovo volto del terrorismo più brutale in America, come non se ne vedevano da anni si perde a chilometri di lontananza e parte dall’Ohio, passando per la Florida, fino al New Jersey. Saipov è di buona famiglia, ed è acculturato. Ma la radicalizzazione all’estremismo islamico giunge negli ultimi anni. Il giovane solo di recente era cambiato; non erano mancati nemmeno i diverbi con altri uzbeki. “Ha chiuso i contatti con noi dopo una discussione per motivi religiosi“, racconta un conoscente della comunità uzbeka dell’Ohio. “Avevamo discusso di cose religiose e lo avevamo messo in guardia per il suo estremismo. Si è chiuso in se stesso, sembrava depresso”.

Un’istantanea dell’attentato del 31 ottobre. Il pickup, devastato ha percorso gran parte della pista ciclabile abbattendosi inesorabilmente sui pedoni presenti. 8 le vittime, 15 i feriti.

Gli esperti dell’FBI stanno ora esaminando un cellulare ritrovato nel furgone preso a nolo in New Jersey, un’ora prima dell’attacco. In memoria sarebbero stati ritrovati almeno 90 video di propaganda Isis. E fra questi: decapitazioni, esecuzioni di prigionieri e  istruzioni per costruire una bomba. Gli agenti si sono precipitati anche a Paterson, frugando nella sua casa e nel garage.

Hanno posto svariate domande alla moglie.E ai vicini, che l’hanno definito più volte di pessimo carattere e irascibile. Unico punto fermo, al momento è la certezza che Saipov avesse pianificato a lungo l’attentato. Durante la fugace comparsa dinanzi alla Corte ha infatti ammesso di aver noleggiato un furgoncino simile a quello usato per l’attacco, lo scorso 22 ottobre. Lo scopo era quello di “esercitarsi”. Inoltre, ma non meno importante, Uber ha confermato che Saipov  avesse lavorato come autista per sei mesi. Un periodo di tempo durante il quale aveva offerto ben 1400 passaggi.

 

 

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