Elezioni Turchia 2018, Erdogan è il vincitore
E’ stato decretato l’esito delle elezioni in Turchia: Erdogan vince con il 53% dei voti. Con la nuova vittoria, il Sultano guiderà il paese fino al 2023.
Il presidente della Turchia viene riconfermato nel suo ruolo e parla di vittoria della democrazia. Tante ombre però ci sono dietro questa vittoria e il suo avversario parla di dati manipolati.
Il 53% di voti favorevoli è stato raggiunto sul 87% di affluenza alle urne.
Sulla base di questi numeri si è così espresso Mahir Unal, portavoce del partito Akp del presidente: “Con un tasso di partecipazione di quasi il 90 per cento, la Turchia ha dato al mondo una lezione di democrazia“.
La Turchia del post elezioni è tutt’altro che pacificata. L’opposizione ha lanciato diverse accuse di brogli, invitando gli elettori a non abbandonare i seggi.
Tra i contestatari c’è lo stesso Muharrem Ince, principale sfidante del presidente.
Lui stesso ha parlato di manipolazioni del voto da parte dell’agenzia statale Anadolu.
Erdogan ha vinto su tutti: la coalizione che lo sostiene mantiene la maggioranza assoluta in parlamento, grazie al risultato sopra le attese dei nazionalisti dell’Mhp.
Forte la delusione dell’opposizione che ha raggiunto il 30%: un risultato che il Chp non toccava dagli anni Settanta. Ma non è bastato. Ancora più bassi i risultati ottenuti dall’ex ministra degli Interni nazioanlista Meral Aksener e di Selahattin Demirtas, leader curdo candidato dal carcere. La Turchia ha dimostrato di non volersi dare una nuova prospettiva.
Per il Sultano inizia una nuova stagione: un mandato di altri cinque anni con poteri quasi assoluti ma in un paese sempre di più spaccato in due.
Il nuovo governo si prenderà per prima cura dell’economia dopo il crollo della lira turca. Con le nuove prerogative, Erdogan ha dichiarato di voler mettere sotto controllo le politiche della Banca centrale.
Il nuovo mandato potrebbe mettere a serio rischio la democrazia in Turchia. In tutti questi anni al potere, Erdogan è infatti diventato il più potente leader turco portando però il paese ad una deriva autocratica. Soprattutto dopo il tentativo di golpe nel luglio 2016, i margini di contestazione si sono fatti sempre più stretti e le purghe di massa hanno colpito molti avversari politici e giornalisti.
Per la Turchia è una nuova alba. Speriamo di libertà e non di prigionia.